“Insieme al Terzo Settore possiamo immaginare un cambio di paradigma, una vera e propria rivoluzione del sistema dei Centri per l’impiego. Abbiamo bisogno non di singoli centri, ma di case, di Case del Lavoro che possano diventare qualcosa di più di meri sportelli: case della formazione, che orientino, che si prendano carico delle persone”. Con queste parole il Presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, ha lanciato una delle proposte dell’associazione durante la relazione finale che ha concluso il 53° Incontro nazionale di Studi delle Acli. “Le singole realtà del Terzo Settore potrebbero apportare un contributo unico nell’erogazione e nel coordinamento di questi servizi essenziali. Ciascuna secondo la propria specificità, ciascuno secondo la propria singolare esperienza. Dobbiamo superare il monismo onnicomprensivo dei centri per l’impiego in favore di una rete di realtà diversificate che potrebbero rappresentare le nostre Case del Lavoro sul territorio, in modo da ottimizzare i servizi (dal semplice insegnare come scrivere un curriculum al più complesso processo di matching fra domanda e offerta di lavoro, all’erogazione di corsi di formazione strutturati e continui) e in modo da raggiungere anche le periferie delle nostre comunità ed i territori più in difficoltà come le aree interne e il meridione. Semplificare la burocrazia, dotare di strumenti queste realtà e valorizzare le reti territoriali e di comunità che le Acli e altri soggetti sono riusciti a creare nel corso di decenni e decenni di impegno, dedizione e fatica. Del resto, lo stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza, nella Missione 5, affida al mondo del Terzo Settore il ruolo di co-protagonista nell’elaborazione di servizi alla cittadinanza. Un’opportunità da cogliere e una sfida da vincere, per tutti noi”.