Le esperienze e gli insegnamenti tratti dal tempo di pandemia sono stati oggetto dell’incontro on line per presentare il documento “Artigiani di comunità” ad opera dell’Ufficio catechistico nazionale della Cei. “Un dato che ci ha sorpreso – afferma don Marco Gallo, direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi di Saluzzo – è che circa un terzo dei catechisti si sono tirati indietro in un solo anno. Ma un altro dato che emerge è che da tutti proviene la volontà a non lasciarsi sfuggire l’opportunità. La leggerezza e la sobrietà sono caratteristiche del bello. È qualcosa che non vogliamo perdere. I piccoli gruppi ci hanno permesso di fare esperienze anche fuori dall’aula, la leggerezza di sperimentare il digitale”. Sulla famiglia e sul ruolo principale che ha avuto durante la prima fase della pandemia si sofferma Francesco Vanotti, direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi di Como. “Le famiglie – commenta – sono state oggetto di tanto materiale, addirittura di compiti a casa. L’esperienza preziosa ci deve aiutare a comprendere come i genitori dei nostri ragazzi siano i primi educatori alla fede. Durante lo scorso anno ci si è fermati per riflettere: il primo dato è stata la ricerca delle relazioni”. In un video messaggio, infine, il card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, aggiunge: “Dio ci parla attraverso le cose belle ma anche attraverso le prove. Attraverso la pandemia riusciamo a cogliere un messaggio? Penso di sì. La catechesi se vuole essere di avanguardia deve avere parole di cura e sollievo e gioia”.