Vescovi europei: card. Parolin su cambiamento climatico, “sfida tra le più urgenti che l’umanità deve affrontare”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“La salvaguardia del creato è un’altra sfida che, insieme alla pandemia da Covid-19, è tra le più urgenti che l’umanità deve affrontare. Neanche l’attuale crisi sanitaria deve fermare l’impegno per la cura della nostra casa comune, anzi al contrario essa può aiutarci ad ampliare la riflessione e soprattutto spingerci a realizzare attività concrete”. Ha parlato anche di ambiente e di migranti “climatici”, il cardinale Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, ai presidenti delle Conferenze episcopali d’Europa riuniti a Roma per la assemblea plenaria del Ccee. “Ciascuno di noi – ha detto il cardinale indicando ai presuli vari ambiti di impegno e collaborazione tra le Chiese in Europa –  deve pensare al comandamento specifico di Dio consegnato ad Adamo ed Eva, e quindi a ogni persona: custodire e far fruttificare il creato, non dominarlo e devastarlo. È auspicabile, anche in uno sano spirito ecumenico e interreligioso, che la protezione del creato impegni non solo qualcuno di noi, non solo qualche politico con una buona coscienza, non solo qualche volontario zelante, o qualche leader religioso, ma l’umanità intera, perché la Terra è la casa comune di tutti”.
Il pensiero della Chiesa va soprattutto a coloro che sono vittime delle conseguenze del cambiamento climatico. “Tra le persone povere e più bisognose – ha osservato Parolin – si inseriscono anche i migranti che lasciano la loro casa e terra a causa dei cambiamenti climatici; infatti, non ci sono soltanto quelli che abbandonano il proprio Paese per motivi sociali, economici e politici, o a causa delle guerre. Anche per loro sono state adottate delle nuove linee pastorali specifiche, poiché la sfida ambientale sta provocando la migrazione di masse di persone, che nel futuro sarà ancor più evidente”.

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