I dieci vescovi cattolici dello stato del Karnataka, nel Sud dell’India, hanno espresso al primo ministro dello stato, Basavaraj Bommi, “profonda preoccupazione” per una proposta di legge che intende vietare le conversioni religiose nello stato. Lo riferisce oggi l’agenzia Fides. Guidando una delegazione che ha incontrato il primo ministro il 22 settembre, mons. Peter Machado, arcivescovo di Bangalore, ha presentato un Memorandum su varie questioni che toccano la vita dei cristiani in Karnataka. Secondo l’arcivescovo, agitare lo spauracchio di “conversioni forzate” è dannoso e inutile, e la Chiesa cattolica esprime tutto il suo disappunto. La comunità cristiana nello stato gestisce centinaia di scuole, collegi e ospedali in varie diocesi. E milioni di studenti studiano in istituti educativi gestiti da cristiani. Milioni di persone beneficiano di queste istituzioni. A nessuno di costoro – sottolineano i vescovi – si consiglia di abbracciare il cristianesimo. Potrebbero essersi verificati alcuni casi minori, ma sono stati gonfiati a dismisura, ha affermato mons. Machado. “La proposta di legge anti-conversione ha lo scopo di diffamare il cristianesimo”, ha sottolineato l’arcivescovo. La comunità cristiana infatti, si assume la piena responsabilità morale di non indulgere in alcun modo nel promuovere conversioni forzate: “Non costringiamo nessuno”, ha detto. Nel Memorandum consegnato al primo ministro, i vescovi notano che qualsiasi legge anti-conversione potrà causare “problemi nei rapporti inter-comunitari e disordini non necessari” , generando dichiarazioni e reazioni controverse e portando subbuglio nella società e nelle comunità religiose. La Costituzione indiana prevede che i cittadini abbiano la libertà di “professare, praticare e propagare” la religione. Tuttavia diversi stati della Federazione indiana hanno attuato e promulgato leggi o regolamenti per scoraggiare o vietare le conversioni religiose: sono Odisha, Uttar Pradesh, Arunachal Pradesh, Chhattisgarh, Gujarat, Jharkhand, Himachal Pradesh, Madhya Pradesh e Uttrakhand. Il Karnataka è governato dal partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (Bjp), al cui interno membri e politici si dimostrano ostili alle comunità religiose minoritarie. Seguendo una ideologia diffusa nel Bjp (la cosiddetta “Hindutva”), alcuni vorrebbero trasformare l’India da Paese laico a Stato teocratico indù.