“Il mondo continua a sperimentare la pandemia di Covid-19 che ha aumentato le differenze sociali ed economiche, il Perù è stato uno dei Paesi più colpiti da essa e, in modo speciale, migranti, rifugiati e richiedenti asilo, che hanno visto la loro qualità di vita farsi precaria, così come l’accesso a diritti come la salute, il cibo, il lavoro, un fatto che ha aumentato la vulnerabilità di queste persone, soprattutto bambini e anziani”. Lo scrive la Conferenza episcopale peruviana (Cep), in un messaggio diffuso in vista della Giornata del migrante e del rifugiato di domenica 26 settembre. Gli effetti di questa pandemia, fanno notare i vescovi, hanno un impatto speciale sui 280 milioni di migranti, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e sugli 82,4 milioni di sfollati forzati nel mondo (26 milioni sono rifugiati e 4,1 milioni sono richiedenti lo status di rifugiato), secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).
La riflessione dei vescovi arriva in un momento “caldo”, in Perù. Anche se nel messaggio non si fa riferimento a tale questione, nei giorni scorsi, nell’ambito dell’Assemblea Onu, il presidente della Repubblica Castillo si è incontrato con il venezuelano Maduro, e insieme hanno promosso un’iniziativa per il rientro, attraverso aerei messi a disposizione del Venezuela, di 42mila rifugiati venezuelani che vivono in Perù. Un rientro che avverrebbe, comunque, su base volontaria e riguarderebbe al momento solo una minima parte dei venezuelani che vivono nel Paese andino (stimati in oltre un milione).
Prosegue il messaggio della Cep: “come vescovi del Perù desideriamo unirci nella preghiera agli oltre tre milioni di connazionali all’estero e alle migliaia di sfollati interni, incoraggiandoli a preservare la loro fede, integrarsi, rispettare e arricchire le comunità che li accolgono generosamente. Allo stesso modo, siamo solidali con le migliaia di migranti di varie nazionalità presenti nel nostro Paese, in particolare con le centinaia di migliaia di migranti venezuelani, e allo stesso tempo chiediamo alle autorità di attuare politiche migratorie complete ed eque che garantiscano i diritti umani di queste persone in mobilità”.