Disinformazione e rapporto fra giornalisti ed editori sono stati i temi dell’intervento di Nello Scavo, giornalista di Avvenire, durante la prima giornata del XX Congresso nazionale dell’Ucsi. “Le fake news – dice Scavo – hanno pesato molto nel trattare il tema delle migrazioni. Non ne faccio una questione di destra o di sinistra”. Durante l’incontro la presidente dell’Ucsi, Vania De Luca, ha riportato i risultati di una indagine condotta dall’Università Pontificia Salesiana su come si informano i giovani in base alla quale il 48% conosce l’agenda ma sceglie per lo più i social (54%) come mezzo informativo. Il resto preferisce i telegiornali visti in rete e i quotidiani on line. Il 10,75% si informa tramite il cartaceo, la televisione solo l’8%, la radio il 7%. “Dobbiamo cominciare a rivedere il concetto di notizie – ha commentato Scavo –. Il 10% dei giovani giovani che leggono i giornali cartacei è poco e ci sfida a conoscere gli altri strumenti. Non c’è alternativa. Fra 30 anni penso che ci sarà ancora la carta stampata ma non come la viviamo oggi”. Il giornalista di Avvenire ha chiesto all’Ucsi di far dialogare di più i giornalisti e gli editori: “Ristabilire una relazione è importante. Molti vescovi hanno le idee chiarissime su cosa dovrebbe essere un giornale ma altri no. Il nostro è un giornalismo destinato ad andare sempre in perdita. Bisogna investire e capire che purtroppo se volete una comunità bisogna mettere mano al portafogli perché non farlo significa pagare di più domani. La pandemia ha dimostrato quanto siano importanti i servizi di assistenza alimentare e molti media generalisti devono ringraziare la stampa cattolica che ha fatto emergere le tante realtà esistenti di aiuto emergere solidarietà”.