“Abbiamo cercato di essere una voce libera, che dialoga con tutti e che con tutti è disponibile a percorre un tratto di strada. Abbiamo capito che si è forti quando riusciamo a creare comunità e a entrare in relazione anche mondi diversi”. Così Vania De Luca, vaticanista del Tg3, sintetizza il suo mandato alla guida dell’Unione cattolica della stampa italiana (Ucsi) come presidente nazionale. A poche ore dal XX Congresso nazionale, nel corso del quale l’associazione rinnoverà la dirigenza e rimodulerà la propria proposta, in un’intervista al Sir la presidente uscente individua risultati e sfide per l’Ucsi e la professione giornalistica.
“Questa pandemia terribile ha dato una nuova forma ad ogni aspetto della nostra vita e anche del nostro lavoro giornalistico”, osserva De Luca, aggiungendo che “tutti ci rendiamo conto che dalla pandemia non si esce uguali, come ha detto Papa Francesco. Non si può tornare al tempo pre-pandemico anche perché questo periodo ci ha cambiati da tanti punti di vista. Noi speriamo che per l’informazione possa essere un nuovo inizio”. In questo anno e mezzo, prosegue, “abbiamo compreso l’importanza di un’informazione corretta e sana: un’informazione di servizio – dalle nuove regole di comportamento ai vaccini – e di prossimità – importante per raccontare il vuoto, l’assenza, la malattia, la morte – oltreché di carattere medico-scientifico accanto a quella istituzionale”. Ma “contemporaneamente alla sana informazione, abbiamo visto fake news, disinformazione e mala-informazione, con l’uso illegale di informazioni vere ma riservate che vengono diffuse a scopo denigratorio. Sono molti i tentativi messi in atto per ‘inquinare i pozzi’ della buona informazione, tanto che parallelamente alla pandemia si è andata diffondendo una infodemia dalla quale dobbiamo risanarci”.
“Se il vaccino ci aiuta a vincere la pandemia – rileva – allora ci vuole anche un vaccino per l’informazione affinché ritorni limpida, cristallina, per la verità e per la formazione di un’opinione pubblica cosciente su tanti aspetti della vita”. Per la giornalista, c’è bisogno di una “ecologia dei media”, “considerato che nel mare magnum delle informazioni non sempre è facile distinguere il vero dal falso, il bene dal male”. Per quanto riguarda l’informazione cattolica, secondo De Luca, questa “è chiamata, oltre alla denuncia, ad aiutare a vedere quei germi di bene, di positività e di speranza dai quali ripartire, per una vita più umana”. La presidente uscente concluderà il mandato “trasferendo un testimone, sperando che l’Ucsi prosegua con entusiasmo, andando alle radici ma anche con il coraggio di creare un futuro diverso, di innovare”.