Per combattere le mafie, oggi entrate a pieno titolo nei mercati e in grado di investire i loro capitali illeciti nell’economia legale, “uno degli strumenti che potrebbe funzionale è l’utilizzo della moneta elettronica”. Ad affermarlo è Vincenzo Musacchio, docente di diritto penale e ricercatore presso l’Alta Scuola di studi strategici sulla criminalità organizzata Royal United Services Institute di Londra. In un’intervista a InBlu2000, la radio nazionale Dab della Conferenza episcopale italiana, l’esperto spiega: ”L’equazione vincente per porre un freno a tali rischi potrebbe essere: erogazioni e pagamenti elettronici obbligatori nei rapporti con la Pubblica amministrazione. Moneta elettronica e tracciabilità dei pagamenti saranno di certo un freno alle razzie di fondi pubblici da parte delle mafie e conseguentemente anche al riciclaggio che ne scaturirebbe”. Questo sistema, prosegue, “traccerebbe il denaro e renderebbe più difficile il passaggio del denaro dall’impresa legale al mafioso che spesso si nasconde dietro ad essa. Questo meccanismo potrebbe essere esteso in tutti gli Stati membri dell’Unione europea”. Secondo Musacchio, un altro strumento efficace potrebbe essere “il monitoraggio continuo degli appalti pubblici partendo dall’aggiudicazione fino alla consegna finale. Non più un sistema a campione come si fa adesso. Non per ultimo, un’altissima concentrazione verso i sub-appalti che notoriamente sono il terreno più fertile dove cresce e si sviluppa l’infiltrazione mafiosa poiché porta lavoro nero e quindi convenienza economica anche all’impresa legale”. Non sempre, assicura, “sono i mafiosi che cercano gli imprenditori. Capita sempre più di frequente che siano proprio gli imprenditori a cercare i mafiosi creando quel regime di reciproca convenienza”.