“Sempre più persone hanno iniziato a lavorare da casa a seguito dell’introduzione delle misure di distanziamento sociale in risposta alla pandemia di Covid-19. Nel 2020, il 12% degli occupati di età compresa tra 20 e 64 anni nell’Ue lavorava solitamente da casa, mentre questa quota era rimasta costante intorno al 5 o 6% nell’ultimo decennio”. Il dato emerge da un’indagine con dotta da Eurostat. Tra le regioni dell’Ue, Helsinki-Uusimaa, la regione della capitale della Finlandia, ha registrato la quota più elevata nel 2020 (37%), seguita a distanza da due regioni belghe: provincia del Brabant Wallon (27%) e la regione della capitale, Région de Bruxelles-Capitale (26%). L’indagine di Eurostat si sofferma infatti sulle differenze regionali. “Circa un lavoratore su quattro di solito lavorava da casa in queste regioni della capitale: Eastern e Midland in Irlanda (25%), Vienna in Austria e Hovedstaden in Danimarca (entrambi 24%) nonché Île-de-France in Francia, Utrecht in Paesi Bassi, Lussemburgo (regione unica) e Área Metropolitana de Lisboa in Portogallo (tutti 23%)”. Al contrario, il lavoro da casa era meno comune in molte regioni orientali e meridionali dell’Ue. Nel 2020, meno del 5% della forza lavoro lavorava solitamente da casa in entrambe le regioni della Croazia, nonché a Cipro, Lettonia e Bulgaria, nella stragrande maggioranza delle regioni di Ungheria e Romania (ad eccezione dielle regioni della capitale) e la Grecia.