Con l’arrivo in Gazzetta Ufficiale dell’Ue della domanda di protezione della menzione tradizionale “Prosek”, presentata dalla Croazia “tutte le parti interessate disporranno di un termine di due mesi a decorrere dalla data di pubblicazione per presentare un’obiezione motivata che la Commissione analizzerà prima di adottare una decisione finale”. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che è necessario fare presto per fermare una decisione “scandalosa” che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo, in riferimento all’avvenuta pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Ue preannunciata dal commissario Ue all’Agricoltura, Wojciechowski. Il via libera dell’Ue alla pubblicazione della domanda per il Prosek croato – sottolinea Coldiretti – rovina il record storico dell’export di Prosecco nel mondo, cresciuto del 35% nei primi sei mesi del 2021, ma contraddice anche in maniera clamorosa la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue che ha dichiarato illegittimi proprio i nomi truffa che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati dall’Ue come la “star delle bollicine italiane” che quest’anno dovrebbe raggiungere il record di 700 milioni di bottiglie prodotte, la più grande denominazione al mondo. “Occorre fermare un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazione dai falsi”, ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare l’importanza dell’impegno del ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, del governatore Luca Zaia e degli europarlamentari italiani ad intervenire per far respingere la domanda. Negli scaffali dei supermercati la Coldiretti ha smascherato il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi ma in commercio sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Ue e Paesi del Mercosur. Il Prosek croato – spiega Coldiretti – è un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia per il quale Zagabria chiede di registrare una “menzione tradizionale” dopo che il tentativo di proteggere la denominazione Prosek era già fallito nel 2013. La produzione di Prosecco abbraccia due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia), nove province e tre denominazioni d’origine (Prosecco Doc, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg) per un fatturato complessivo stimato – conclude Coldiretti – in quasi 2 miliardi dopo aver incassato nel 2019 il riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco.