Costruire alleanze tra università europee a beneficio degli studenti e della formazione di livello superiore. È l’obiettivo che si prefissa la Commissione europea che oggi ha svelato le 24 università europee che si uniranno alle prime 17 alleanze già selezionate nel 2019. Con il sostegno finanziario dei programmi Erasmus+ e Orizzonte 2020, le università europee “migliorano – sostiene l’esecutivo Ue – la qualità, l’inclusione, la digitalizzazione e l’attrattività dell’istruzione superiore europea”. Le alleanze “includono diversi tipi di istituti di istruzione superiore, dalle università di scienze applicate alle università tecniche e dalle scuole di cinema, arte e media agli istituti comprensivi e ad alta intensità di ricerca”. Coinvolgeranno circa 280 istituti di istruzione superiore di tutti gli Stati membri e di alcuni Paesi terzi, ubicati non soltanto nelle capitali, ma anche in regioni europee più remote. Ogni alleanza è composta in media da sette istituti di istruzione superiore “e mentre alcune sono comprensive e coprono tutte le discipline, altre si concentrano ad esempio sullo sviluppo sostenibile, la salute e il benessere, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, l’arte, l’ingegneria o lo spazio”.
Scelte tra le 62 candidature pervenute, le 24 nuove università europee “approfondiranno la cooperazione tra gli istituti coinvolti, gli studenti e il personale e metteranno in comune risorse fisiche e online, corsi, competenze, dati e infrastrutture”. In totale per queste 41 università europee è disponibile un bilancio che può raggiungere i 287 milioni. Ogni alleanza riceve fino a 5 milioni dal programma Erasmus+ e fino a 2 milioni dal programma Orizzonte 2020 per un periodo di tre anni “per iniziare ad attuare i propri piani e aprire la strada ad altri istituti di istruzione superiore in tutta l’Ue”.
Mariya Gabriel, commissaria per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, afferma: “sono molto felice di constatare che le 41 università europee coinvolgono un’ampia gamma di istituti di istruzione superiore di tutti gli Stati membri e di alcuni Paesi terzi. La pandemia di Covid-19 ha dimostrato che una cooperazione più stretta tra Paesi, discipline e culture è l’unico modo per riprendersi dalla crisi e diventare più resilienti”.