“Ieri è andata molto bene e anche oggi, seconda giornata, sta procedendo molto bene; le famiglie e i ragazzi sono davvero motivati”. Non nasconde al Sir la propria soddisfazione il professor Alberto Villani, direttore del Dipartimento di emergenza, accettazione e pediatria generale dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, nel quale è iniziata ieri la somministrazione della terza dose del vaccino contro il Sars-CoV-2 ai pazienti vulnerabili, secondo i criteri dettati a livello nazionale e regionale. Si tratta di 400 ragazzi e giovani adulti fragili (dai 12 anni in su) seguiti dall’Ospedale pediatrico della Santa Sede, presso il quale hanno ricevuto anche le prime due dosi di vaccino. Per lo più ragazze e ragazzi immunodepressi, trapiantati, con insufficienza renale cronica, che il Bambino Gesù sta progressivamente convocando per la somministrazione della terza dose con le stesse modalità delle precedenti.
E la risposta, assicura il professore, “è ottima, non solo da parte delle famiglie ma anche dei ragazzi. Come sempre – osserva – chi ha un problema di salute tende a tutelare quel po’ di salute che ha più di quanto non faccia chi ha il privilegio di avere una buona salute”. Del resto, chiosa, “la somministrazione delle due prime dosi era andata molto bene: non abbiamo registrato alcuna reazione degna di nota”. Per il terzo richiamo, di cui si era molto parlato, “tra i nostri pazienti c’era una sorta di attesa – prosegue Villani -. Tutti sono stati contenti di essere contattati per ricevere questa opportunità”. Perché è così importante somministrare la terza dose ai ragazzi fragili? “Un’infezione in un organismo in crescita lascia, di per sé, esiti significativi anche a distanza di anni. Nel caso, poi, di un soggetto in età evolutiva con una patologia importante, aumenta il rischio di contrarre infezioni in forme gravi o gravissime – risponde l’esperto -. Si tratta in assoluto dei pazienti più vulnerabili per i quali la terza dose rappresenta la migliore tutela”.