Cammino sinodale: mons. Lazzeri (Lugano), “grande umiltà, pazienza e ascolto reciproco per essere insieme e su una strada condivisa”

“Nel nostro tempo confuso, è ancora più facile pensare che a far di testa propria si fa meglio e di più. In realtà, come si dimostra più volte, i risultati raggiunti rapidamente, in maniera individualistica o particolaristica, altrettanto velocemente si rivelano illusori e inconsistenti. Abbiamo bisogno di grande umiltà, di pazienza, di ascolto reciproco per essere sinodali, ossia in cammino, ciascuno con il suo passo, ma insieme e su una strada condivisa”. Lo ha scritto il vescovo di Lugano, mons. Valerio Lazzeri, nella lettera pastorale “I cristiani? Quelli della via!” in cui sviluppa un discorso in otto punti per accompagnare il cammino sinodale voluto da Papa Francesco.
“Nella sua preparazione sono invitate a lasciarsi coinvolgere tutte le diocesi del mondo”, spiega il vescovo, aggiungendo che a partire dalla celebrazione prevista per domenica 17 ottobre in cattedrale “saremo invitati tutti a un percorso di riflessione e di preghiera, guidato da un questionario appositamente preparato dalla Segreteria del Sinodo”. Secondo mons. Lazzeri, la fase diocesana della consultazione “potrà però avere un frutto reale solo se troveremo il modo di mettere questo processo in sinergia con le forze vive, presenti e, in parte almeno, già mobilitate e organizzate sul nostro territorio”. “Un processo sinodale – ammonisce – non può essere infatti qualcosa che si sovrappone dall’esterno al cammino che il popolo di Dio sta già realmente compiendo nella storia, pur modestamente e con fatica. Non è primariamente una questione di strutture, di commissioni e di atti ufficiali da elaborare, come Papa Francesco ha più volte avuto modo di ricordare”. “È uno stile di missione ecclesiale da mettere a fuoco in maniera comunionale, con pazienza, lavorando non tanto con le idee astratte e i modelli costruiti a tavolino, ma con le persone realmente presenti e desiderose di dare il loro contributo alla manifestazione storica della Chiesa, che altro non è se non una maniera nuova, divina e sorprendente, di essere al mondo insieme e umanamente”, prosegue il vescovo. “Non perdiamoci di coraggio davanti alla lentezza dei nostri progressi, alla diminuzione dei nostri effettivi, alla fragilità dei nostri progetti e delle nostre iniziative”, l’invito conclusivo di mons. Lazzeri: “La missione non è un’impresa mondana da portare a termine con successo secondo i nostri criteri. È il viaggio da compiere con quello che siamo, sulla terra che ci è stata affidata, con questi fratelli e queste sorelle, incontrati sui sentieri del tempo. Non cessiamo di impegnarci, di lavorare, di cercare, di credere e di pregare per scoprire insieme l’abbondanza di grazia racchiusa in questo nostro umile vaso di argilla (cf. 2 Cor 4,7)”.

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