“Vi consegno tre imperativi esortativi: non arrendetevi al nulla, cercate, guardate”. Così il vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Francesco Savino, rivolgendosi agli studenti di ogni ordine e grado della diocesi, in un messaggio per l’inizio dell’anno scolastico, “l’anno della ripartita”. Nonostante i timori e lo smarrimento causati dalla pandemia, scrive il presule, “non arrendetevi al nulla che vi vorrebbe ripiegati sulle vostre insicurezze nelle vostre comode stanzette, in ritirata dalla bellezza della vita, dalla libertà faticosa della conoscenza, dalla molteplicità delle domande”. Di qui il richiamo al memorabile discorso di Steve Jobs all’Università di Stanford del 12 giugno 2005 (andate a rileggerlo): “Stay hungry. Stay foolish – Siate affamati, siate folli”.
“Cercate”, il secondo imperativo: “Trasformate la sfida mortale di questo tempo in un’opportunità di ricostruzione di un mondo che voi stessi, ad oggi, non riconoscete più a vostra misura. Ancora Jobs: ‘E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete’”.
“Guardate coloro che in famiglia o nella scuola o nelle parrocchie o nel vasto mondo della musica che tanto vi attrae, nello sport, sono esempi positivi di ripresa, di coraggio, che non si lasciano limitare dalle difficoltà o dalle cadute, ma che sempre risorgono più forti di prima, perché è la vita stessa che lo richiede”, la terza esortazione di mons. Savino. “La vita chiama la vita. Non lasciatevi sedurre dalle sirene del facile piacere, o dalle cupe proposte che spesso in internet vi intercettano per portarvi allo scoraggiamento o alla depressione”, prosegue. “Voi siete un valore, il valore del nuovo mondo che solo voi potete costruire, attraverso la vostra dedizione e la vostra intelligenza”. “Non illudiamoci – conclude il presule –. Il vostro quest’anno sarà ancora un anno incerto e faticoso, ma con le premesse che vi ho ricordato non potrà essere né inutile né senza senso”.