“Buon ritorno al ‘convivio’ e che nessuno resti escluso da questa stupenda esperienza di vita che è la scuola!”. Lo afferma il vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, mons. Luigi Renna, nel messaggio per l’inizio del nuovo anno scolastico.
“Ho scelto il termine ‘convivio’ – spiega il presule – perché il grande poeta Dante Alighieri (1265-1321), del quale in questi giorni ricorre il settimo centenario della morte (14 settembre), ha composto un’opera con questo titolo – il Convivio – dedicata alla cultura, immaginandola come un banchetto da condividere”.
“La scuola – prosegue mons. Renna – è come un bel convito: non ci si siede ‘a tavola’ da soli, ma insieme. Incontrarsi ogni mattina con puntualità (perché è poco educato arrivare tardi ad un invito!), sedersi accanto agli altri, guardarsi negli occhi, ascoltare e confrontarsi è un desiderio che avete coltivato a lungo nei mesi di Dad, ma che ora si realizza!”. “La mensa di questo ‘convivio’ – aggiunge il vescovo – è apparecchiata in modo molto ricco dalle varie materie che studierete: i docenti faranno sì che essa sia appetibile, permettendovi di ‘gustare’ la bellezza della letteratura e della matematica, della geografia e della storia, delle scienze e dell’educazione fisica, e di tanto altro ancora”. “Non accontentatevi di una mensa ‘povera’!”, l’esortazione di mons. Renna: “Sappiate suscitare in voi quell’‘appetito’ che è la ‘curiosità intellettuale’, il desiderio di conoscere il mondo e i mondi, facendoli ‘entrare in voi’ con la riflessione e con lo studio, con l’arte dello scrivere, del disegnare e del calcolare”. “Quale sarà il frutto di questo convito? I bei voti di cui essere sazi?”, chiede il vescovo. “No! Troppo poco”, la risposta del presule che cita ancora Dante osservando che “quando viviamo l’esperienza della scuola possiamo coltivare quell’‘immagine e somiglianza a Dio’ che è nel cuore di ogni uomo e che ci fa diventare persone con un ‘animo grande’ (‘nobile’, affermava il Sommo Poeta)”. “Divenire persone con un ‘animo grande’, dilatato dalla cultura, dalla fraternità, dalla generosità significa desiderare di rendere migliore il mondo, le nostre città e i nostri paesi!”, evidenzia il vescovo: “Significa avere una ‘visione’ della vita a 360 gradi e non essere vittime della parzialità, dell’individualismo, della grettezza interiore che non sa tendere la mano e aprire l’intelligenza all’altro”.