“La vicenda umana e spirituale della Santa di Città di Castello, allora, dopo sette secoli, ha ancora molto da dire e da insegnare a questa Chiesa, alla Chiesa italiana, e alla Chiesa universale”. Ne è convinto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che nell’omelia di ringraziamento per la canonizzazione equipollente di santa Margherita di Città di Castello, celebrata ieri pomeriggio nella chiesa monumentale di San Domenico, ha fatto notare che “le disabilità che Margherita portava nel suo corpo, e gli abbandoni che ha sofferto, hanno certamente segnato la sua esistenza, ma tutto questo dolore è stato compensato e consolato dall’amore di Dio”. Per il cardinale, “la storia di Margherita ci ricorda che Dio non abbandona nessuno, e che quindi nemmeno noi dobbiamo dimenticarci di coloro che sono nel bisogno”, opponendoci a quella che Papa Francesco chiama “cultura dello scarto” e facendo come Gesù, che “ha annunciato la vicinanza del Regno di Dio con la sua prossimità a coloro che erano scartati ed emarginati”. “Quanti uomini e donne abbandonati, fratelli e sorelle, hanno ancora bisogno della nostra accoglienza, e quanto possiamo fare sull’esempio di santa Margherita!”, ha esclamato Bassetti: “Impariamo dalla santa di Città di Castello che tutti, anche i più piccoli, come le persone disabili, o gli infermi, possono contribuire a far crescere il Regno di Dio”. “Mentre la nostra società si lascia abbagliare dai corpi perfetti, in salute, in forma, alla luce del Vangelo noi possiamo riconoscere che Dio agisce nella debolezza”, l’invito del presidente della Cei: “Tutti siamo stati colpiti dalla forza d’animo e dalle energie che gli atleti delle recenti Paralimpiadi di Tokyo hanno mostrato di avere, e che hanno dato speranza anche a chi vive sulla propria pelle la fatica di una disabilità”. “In un contesto storico come quello contemporaneo dove a dominare sono modelli ‘vincenti’, legati alla bellezza, alla salute, alla ricchezza, al potere, l’immagine di Margherita, una ‘perdente’ agli occhi del mondo – ha concluso Bassetti citando il decreto del Papa – esce dai canoni per evocare un sistema di valori rovesciato, dove al primo posto si trova la dignità della persona, di ogni persona, sia essa povera, malata, disabile, e dunque improduttiva, un ‘peso’ per la società”.