Nell’ambito delle celebrazioni del Bicentenario dell’Indipendenza, e nell’imminenza di elezioni presidenziali che si svolgeranno senza alcuna garanzia democratica, l’arcidiocesi di Managua, attraverso la propria Commissione Giustizia e pace, ha inviato un messaggio, nel quale si legge: “Vogliamo essere una voce di incoraggiamento, entusiasmo ed esprimere la speranza in un Paese che è la nostra storia, la famiglia, la comunità, la società e il futuro che tutti sogniamo”. Un Paese nel quale “i diritti umani, la libertà di pensiero e di esprimere opinioni diverse siano rispettati, nel quale insieme possiamo costruire un’economia che produca benessere per tutti, senza leggi che reprimono le libere iniziative e dove il pluralismo sociale e politico”.
La nota dell’arcidiocesi prosegue nel sogno di “un Paese libero”, dove “non si temono elezioni libere, trasparenti e competitive, né ci sono prigionieri politici o media chiusi o impediti di fare cronaca”.
Al tempo stesso la Commissione esprime la speranza che la situazione politica in Nicaragua migliori, “non può continuare così” dopo “decenni di scontri che hanno generato disoccupazione, povertà diffusa, insicurezza dei cittadini, esilio forzato ed efficiente abbandono dell’istruzione e della salute”. Aspetto, quest’ultimo, evidente, nel momento in cui si consentono “irresponsabilmente affollamenti di persone nel mezzo di una pandemia globale”.