“È importante poter superare tutte le frontiere, non solo quelle geografiche, che una popolazione migrante deve affrontare”: lo afferma parlando da Brasilia suor Rosita Milesi, presidente dell’Istituto migrazione e diritti umani (Imdh) che da 16 anni porta avanti numerose attività in aiuto ai migranti di diverse zone del Brasile. Suor Milesi è scalabriniana e avvocato, ha ricevuto tanti premi per il suo lavoro, in particolare per la sua opera a fianco dei 300.000 migranti venezuelani in Brasile. Anche qui il flusso migratorio è in continua crescita da 15/20 anni, con persone provenienti da più di 70 Paesi. L’Istituto da lei fondato fornisce diversi servizi, tra cui accoglienza e appoggio socio-assistenziale, “la necessità più urgente appena si arriva”, assistenza legale per permessi e ricongiungimenti familiari, cibo e lavoro, corsi di lingua, attività culturali e di promozione dei giovani. “I migranti non devono solo attraversare una frontiera geografica ma anche la frontiera sociale, giuridica e lavorativa – ha sottolineato -. Quella giuridica è la più forte e lì sono la maggior parte degli ostacoli. A volte ci sono leggi buone ma non vengono messe in pratica”. Nello Stato interno di Roraima hanno un centro di accoglienza portato avanti in collaborazione con la Conferenza episcopale brasiliana. “Stiamo verificando un incremento del numero di donne in fuga con i figli – ha detto -, ora le cifre sono più o meno equivalenti, metà e metà”. Suor Rosita ha concluso con un appello “per una Chiesa senza frontiere”.