Diocesi: mons. Nerbini (Prato) a Castellina, “vi chiedo perdono per non avervi protetto a sufficienza”. “Denaro estorto sarà a disposizione dei poveri”

“Vi chiedo perdono per non avervi protetto a sufficienza”. “Sono venuto con il cuore in mano per ascoltare la vostra sofferenza, il vostro dolore, la vostra indignazione: sono la mia sofferenza, il mio dolore, la mia indignazione”. Lo ha affermato ieri il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, nell’omelia che ha pronunciato durante la messa che ha presieduto nella chiesa dell’Annunciazione alla Castellina. Il presule ha voluto presiedere la messa domenicale dopo che in settimana è finito agli arresti domiciliari l’ex parroco, don Francesco Spagnesi.
“Sono qui a dirvi il mio percorso in questa vicenda, ad assumermi tutte le mie responsabilità”, ha spiegato mons. Nerbini, che ha ripercorso quanto ha vissuto con don Spagnesi dalla “tristissima scoperta della sua dipendenza”. “Ho lottato”, ha assicurato, “per salvarlo”. “Ho lottato per non perderlo, per non lasciarlo andare a fondo”. “Ho rivisto tanti genitori che il Signore mi ha fatto incontrare – ha rivelato – i quali per una vita intera, hanno saputo esprimere, suscitando la mia ammirazione, impegno, sacrificio, tenacia e fedeltà, ed ho tentato di seguire quella strada, da padre, e questa paternità non mi viene dalla natura ma dal Signore. Ho sbagliato? Credo di avere fatto molti errori. Di questi, sono qui, fra voi, a chiedere scusa”. “Non mi sono reso conto certamente dell’abisso in cui don Francesco era precipitato, inimmaginabile nei terribili aspetti in cui è venuto alla luce in questi giorni”, ha proseguito, confidando che “ancora oggi, conosciuta tutta la storia, io continuo a soffrire, a sperare ed a pregare per lui”. In attesa delle “indagini dell’autorità giudiziaria, a cui chiedo di fare piena luce sulla vicenda e di fare presto” e ribadendo “la piena collaborazione con la Magistratura”, mons. Nerbini ha annunciato che “è già in corso una dettagliata verifica” del “danno economico che la parrocchia ha subito”. “La diocesi, d’intesa con la parrocchia, si impegna fin d’ora – sulla base degli esiti di questa verifica – a mettere a disposizione dei poveri della nostra città una somma di denaro congrua a riparare quanto estorto a tante persone, della Castellina e di altre zone della città”, ha assicurato il vescovo. Da mons. Nerbini anche l’“appello a tutti” alla “trasparenza”. “Chiedo a tutti, sacerdoti, diaconi, consacrati e laici di aiutarmi in questo dovere”, ha spiegato: “Quando si registrano segnali pericolosi, si viene a conoscenza di situazioni dubbie o sospette, è un dovere cristiano segnalarle”. “La Chiesa di Prato, ferita, resta però – per la santità feriale e nascosta di tanti laici – la bella Sposa di Cristo, capace di testimoniare l’amore del Signore verso i fratelli, verso tutti”, ha concluso il vescovo: “Accanto a pochi che sbagliano, anche gravemente, ci sono tanti sacerdoti che vivono con grande coerenza e con freschezza di fede il loro ministero, spendendosi con generosità e disinteresse totale tra la loro gente”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia