“È cruciale riprendere le operazioni per evitare un disastro in futuro. I bambini soffrono la fame, non vanno a scuola e l’inverno sta arrivando: è necessaria un’azione urgente” cosi Hassan Noor, direttore regionale di Save the Children in Asia, annuncia la volontà dell’Organizzazione di voler riprendere alcuni dei suoi interventi nel Paese prima dell’arrivo dell’inverno, soprattutto alla luce delle crescenti preoccupazioni per la devastante crisi umanitaria in corso in Afghanistan. La recente escalation di violenze in Afghanistan ha infatti costretto Save the Children a sospendere le attività nel paese a metà agosto ma l’Organizzazione si dice ora fiduciosa di poter tornare presto al lavoro. “Anche prima di questa crisi – sottolinea Noor – gli aiuti umanitari all’Afghanistan non erano sufficienti e milioni di persone avevano un disperato bisogno di aiuti salvavita. Ora la situazione è molto peggiorata. Da quando la violenza è aumentata, sempre più bambini soffrono la fame e vivono all’aperto senza riparo, cibo o cure mediche. Le famiglie che cercano di mettersi in salvo affrontano orrori inimmaginabili e i bambini sono traumatizzati”. Già prima della presa di potere dei talebani – sottolinea l’Organizzazione – l’Afghanistan era paralizzato da fame e povertà ed era il secondo paese al mondo per numero di persone che soffrono la fame dopo che una combinazione di Covid-19, conflitti e siccità ha portato a una crisi alimentare senza precedenti. La risposta umanitaria in Afghanistan è gravemente sottofinanziata e i bisogni della popolazione stanno aumentando. Senza un aiuto urgente decine di migliaia di bambini potrebbero morire a causa di malnutrizione e malattie soprattutto in vista dell’inverno durante il quale le temperature raggiungono anche i -16°C, con notti gelide e nevicate frequenti.