Afghanistan: Iacomini (Unicef), “non abbassare la guardia per non disperdere 20 anni di impegno e obiettivi raggiunti”

“L’Afghanistan anche prima di questa fase di instabilità rappresentava comunque la terza emergenza più grave del pianeta”. Ad affermarlo è Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. “Malgrado questo, tanto è stato fatto in questi 20 anni per migliorare la condizione di un Paese in cui nel 2000 donne e bambini erano il 70 per cento degli sfollati interni, esistevano alti i tassi di mortalità infantile e un numero enorme di bambini e bambine che non potevano accedere all’istruzione – prosegue Iacomini -. Tra il 2000 e il 2018 è aumentato del 28 per cento il numero delle bambine a scuola. E 12 milioni di bambine e bambini addirittura erano rimasti senza casa a causa del conflitto”. Grazie al lavoro “dell’Unicef e di tante altre organizzazioni partner – afferma ancora il portavoce – abbiamo portato in 20 anni il numero dei bambini a scuola da 1 milione a 9 milioni, la mortalità dei bambini sotto i 5 anni è passata da 128 bambini ogni mille del 2000 a 60 nel 2021. Si sono ridotti i numeri dei bambini reclutati e gli sfollati nel 2021 sono 550mila, di cui 300mila bambini”. Ora “non bisogna disperdere tutti questo. Nel Paese esistono ancora bisogni enormi legati alla siccità, alle epidemie e al rialzo improvviso dei prezzi. Una bambina su 3 si sposa ancora prima dei 18 anni, il 17 per centro delle bambine prima addirittura dei 15; 2,2 milioni di bambine non vanno a scuola”. “Non possiamo abbassare la guardia, non si possono spegnere le luci dei media, ecco perché Unicef resta con il suo team di 330 persone. Siamo in una posizione di ‘wait and see’ – conclude – ma servono aiuti immediati e concreti”.

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