“Il cristianesimo dev’essere sempre umano, umanizzante, riconciliare differenze e distanze trasformandole in familiarità, in prossimità. Uno dei mali della Chiesa, anzi una perversione, è questo clericalismo che stacca il prete, il vescovo dalla gente. Il vescovo e il prete staccato dalla gente è un funzionario, non è un pastore”. Lo ha detto oggi Papa Francesco, parlando ai fedeli della diocesi di Roma ricevuti in udienza in Vaticano, alla vigilia dell’apertura del Sinodo diocesano ad ottobre. “Se non ci sarà lo Spirito, sarà un parlamento diocesano, ma non un Sinodo – ha ribadito -. Noi non stiamo facendo un parlamento diocesano, non stiamo facendo uno studio su questo o l’altro, no: stiamo facendo un cammino di ascoltarsi e ascoltare lo Spirito Santo, di discutere e anche discutere con lo Spirito Santo, che è un modo di pregare”. Invece, ha sottolineato Papa Francesco, “c’è la smentita di chi si ostina a prendere il posto di Dio, pretendendo di modellare la Chiesa sulle proprie convinzioni culturali, storiche, costringendola a frontiere armate, a dogane colpevolizzanti, a spiritualità che bestemmiano la gratuità dell’azione coinvolgente di Dio. Quando la Chiesa è testimone, in parole e fatti, dell’amore incondizionato di Dio, della sua larghezza ospitale, esprime veramente la propria cattolicità”. Chiesa sinodale, ha puntualizzato, “significa Chiesa sacramento di questa promessa – cioè che lo Spirito sarà con noi – che si manifesta coltivando l’intimità con lo Spirito e con il mondo che verrà. Ci saranno sempre discussioni, grazie a Dio, ma le soluzioni vanno ricercate dando la parola a Dio e alle sue voci in mezzo a noi; pregando e aprendo gli occhi a tutto ciò che ci circonda; praticando una vita fedele al Vangelo”. E poi, citando il compositore Gustav Mahler, il quale “sosteneva che la fedeltà alla tradizione non consiste nell’adorare le ceneri ma nel custodire il fuoco” ha rivolto loro una domanda: “Prima di incominciare questo cammino sinodale, a che cosa siete più inclini: a custodire le ceneri della Chiesa, cioè della vostra associazione, del vostro gruppo, o a custodire il fuoco? Siete più inclini ad adorare le vostre cose, che vi chiudono – io sono di Pietro, io sono di Paolo, io sono di questa associazione, voi dell’altra, io sono prete, io sono vescovo – o vi sentite chiamati a custodire il fuoco dello Spirito?”.