Tornano dal 23 al 25 settembre gli SdC Days dell’Acec: le Giornate nazionali delle Sale della Comunità. Riprendendo la formula “onlife” già sperimentata nella scorsa edizione, gli Sdc Days 2021 presenteranno una inedita edizione “in tour”, collegando – tra loro e in streaming – quattro sale che ospiteranno i diversi appuntamenti in programma: il Teatro Cagnola di Urgnano (Bg), il CinemaTeatroNuovo di Magenta (Mi), il Cineteatro Lux di Camisano Vicentino (Vi) e il Cinema Teatro Tiberio di Rimini.
“Intrecciando la presenza fisica in sala con le potenzialità dello streaming, la 5ª edizione degli SdC Days si propone come occasione di incontro e aggiornamento per le oltre 600 Sale della Comunità presenti su tutto il territorio nazionale – si legge in una nota -. Questi tre giorni si configurano come opportunità per riflettere sul presente e sul futuro del cinema e delle sale in vista della prossima stagione, declinando il tema della ripartenza sulle direttrici di innovazione, polivalenza e presenza sui territori”.
Tra gli appuntamenti, la presentazione dei primi dati della ricerca condotta da Filippo Celata (professore di Geografia economica all’Università di Roma La Sapienza) sull’analisi territoriale e di mercato delle Sale della Comunità partendo dai big data e fornendo informazioni utili a migliorarne performance e sostenibilità economica, una tavola rotonda dedicata ai rapporti tra sala e piattaforme in cui misurarne criticità e potenzialità nell’ottica di privilegiare la centralità della sala, e un convegno sulle prospettive dell’esercizio cinematografico post-Covid. Numerosi gli ospiti che si alterneranno sul palco delle quattro sale: da Giovanni Scifoni a Giacomo Poretti, da Marco Vergani a Maria Pia Veladiano, e tanti altri, così da restituire, attraverso la pluralità dei contributi e delle voci, il caleidoscopio culturale e sociale che le Sale della Comunità rappresentano nei propri territori di riferimento e all’interno del panorama culturale, sociale ed ecclesiale italiano. “Le Sale della Comunità, infatti, rappresentano il luogo privilegiato in cui la prassi pastorale può trovare spunti per rigenerarsi e aprirsi al mondo contemporaneo”, conclude la nota.