Sono stati presentati ieri, a Milano, i risultati del concorso creativo Sustainable Denim Contest, progetto di solidarietà e sostenibilità lanciato a fine primavera da Fondazione Archè con il coinvolgimento dell’Istituto europeo di design (Ied), per una creatività progettuale che punti – a partire dal riuso e dalla rigenerazione – a sostenere il lavoro di mamme con bambini e nuclei fragili di cui Fondazione Arché si occupa da 30 anni.
Dal lavoro di 12 studenti e studentesse Ied Moda Milano (scelti tra i corsi di Fashion Design, Shoes and Accessories Design e Fashion Marketing) sono emersi 23 pezzi unici ideati a partire da capi in denim usati, cui i creativi hanno dato nuova forma, finalità e vita. Tra le proposte realizzate nei laboratori Ied (set di collane e cappelli, calzature e borse di varie dimensioni, cappucci e cinture, oltre a scialli, gilet e kimoni) la giuria formata da rappresentanti dell’Istituto, della Fondazione e da commissari esterni ha selezionato i cinque item che saranno effettivamente prodotti dalla Sartoria sociale di Fondazione Arché e messi a catalogo per la vendita a sostegno dei progetti che conduce per le famiglie vulnerabili, volti alla costruzione di un’autonomia sociale, abitativa e lavorativa.
La prima occasione per acquistarli sarà durante l’Arché Live di domani presso CasArché a Milano, in via Lessona 70. Si tratta della borsa con manici in pelle e della collana di Carlotta Martini, delle calzature in denim di Sofia Peselli, del kimono di Luca Del Prà, dei cestini per la casa di Pietro Zanoletti. Una selezione finale che comprende oggetti diversi e in grado di completarsi tra loro per una proposta bilanciata (un capo d’abbigliamento, un accessorio, una scarpa, un ornamento, un oggetto ad uso domestico), basata su freschezza e innovatività del design ma anche sul prezzo finale di vendita al pubblico, sulla facilità di realizzazione e di acquisto.
“La collaborazione tra Fondazione Arché e l’Istituto europeo di design è stata una bella opportunità – dice padre Giuseppe Bettoni, fondatore e presidente di Arché.- I cinque pezzi inseriti nel catalogo della Sartoria sociale sono la testimonianza concreta che bellezza, solidarietà e sostenibilità possono e devono essere coniugati insieme per il futuro del nostro mondo. Ed è ancora più significativo che a realizzarli siano stati dei giovani studenti!”.