“No ad ogni forma di mafie! Linee guida per un ‘sentire e agire comuni’ del clero, dei consacrati e dei fedeli laici delle diocesi di Calabria”. È questo il titolo del documento diffuso questa mattina e realizzato dalla Conferenza episcopale calabra. Le Linee guida nascono l’obiettivo di “promuovere e sostenere i tanti movimenti e gesti positivi delle nostre Comunità cristiane nel contrasto della prassi ’ndranghetista contraria al Vangelo e di indicare, con l’annuncio di liberazione da ogni forma di male, i principi etici per il superamento delle tendenze negative”. I vescovi calabresi, che richiamano i precedenti documenti in tema, evidenziano che “in questo nostro impegno proseguiamo con coraggio, nella consapevolezza prioritaria che, di fronte a qualsiasi genere di male, peccato, strutture di peccato, che le mafie presentano, il popolo cristiano crede che esiste sempre una risorsa dall’alto: la possibilità di scegliere di non arrendersi mai, anche di fronte a ciò che corrode il campo del buon grano del Signore”. Considerando il “peso della zizzania mafiosa”, i presuli delle Chiese che sono in Calabria constatano che “gli atteggiamenti e i comportamenti mafiosi spiccano in modo particolare per la loro virulenza, per la ferocia e l’efferatezza dei mali perpetrati”, nonché per “il profondo radicamento in certi sostrati culturali o pseudoculturali, e per la gravità e l’estensione delle ricadute sociali ed economiche”. Per questo le Linee Guida sono uno “strumento operativo comune, per coltivare senza posa l’azione corale del rinnovato annuncio della forza del Vangelo in vista della conversione dei mafiosi e dei corrotti”. Infatti, “scopo ultimo – scrivono i vescovi – non è sradicare la zizzania dal campo: quest’opera, riservata unicamente al Signore e alla fine dei tempi, non compete né alla Chiesa di Cristo né al singolo cristiano”; i vescovi intendono “suscitare nei soggetti, anche se autoesclusi dalla comunione ecclesiale a motivo dei loro peccati”, nello specifico “riconducibili a quelli di mafia”, “un moto di pentimento, di conversione, di riparazione e di adesione a forme che aiutino a mettere in atto un contro-movimento di ritorno a Cristo e alla sua parola”.