“Siete disposti ad aiutare?”: un interrogativo significativo fa da titolo alla nota pastorale 2021 delle diocesi di Tivoli e di Palestrina sul padrinato. Nel rilevare le “difficoltà attuali” nel reperire “persone non soltanto idonee a svolgere tale servizio perché con una vita corrispondente alle caratteristiche morali e canoniche richieste, ma anche con un senso di appartenenza ecclesiale necessario per introdurre e accompagnare nella vita di fede fanciulli, ragazzi e giovani e adulti che chiedono di essere ammessi a ricevere tali sacramenti”, il vescovo, mons. Mauro Parmeggiani, si rivolge a “sacerdoti, diaconi, catechisti, genitori, accompagnatori dei genitori”. Dopo un excursus su origini e funzioni del padrinato e la considerazione che “eliminare la figura del padrino significherebbe privare il ragazzo di una dimensione ecclesiale, di un signum importante”, si stabilisce che siano le comunità parrocchiali a proporre alle famiglie, quali padrino e madrina, “figure credibili e con un forte senso ecclesiale”, “scelte insieme da parroco, vicari parrocchiali, diaconi, Consiglio pastorale parrocchiale, catechisti e accompagnatori dei genitori”. Queste figure si prepareranno al Battesimo con almeno cinque incontri e alla Cresima – per cui l’invito è a scegliere tra figure di giovani – partecipando agli incontri di Quaresima. Fino al 2024, ad experimentum, è concessa la presenza anche di un “testimone”, legato affettivamente alla famiglia del battezzando o del cresimando. Vengono invece esclusi dal padrinato coloro che chiedono di ricevere la Cresima solo per diventare a loro volta padrini. La nota entra in vigore obbligatoriamente dal 1° ottobre 2022.