“L’alternativa a un’economia del profitto c’è, ma fa fatica a farsi strada. Non esiste un’economia che non debba fare profitto, ma esiste un’economia che debba trovare maggiore attenzione tra ragazzi e adulti, Un’economia che guardi oltre e con speranza: il modo di fare economia è il modo in cui si alimenta la speranza”. Lo ha detto mons. Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede apostolica (Apsa), intervenendo, nella Sala stampa del Sacro Convento di Assisi, al primo incontro della settima edizione del Cortile di Francesco dal titolo “La Chiesa per una nuova economia”.
“Se la speranza cammina su binari neoliberisti, per cui c’è spazio solo per chi produce e fa valore, non si può nutrire speranza – ha osservato il presule –. Si deve guardare oltre. A un’economia che badi esclusivamente al profitto dà fastidio che si parli di etica, di solidarietà mondiale, di distribuzione dei beni, di difendere posti, di dignità di deboli, di un Dio che esiste e che chiede un impegno per la giustizia. Intanto cominciamo a non provare fastidio quando nella economia si fanno entrare queste parole e le realtà che rappresentano”.
Secondo mons. Galantino, “in Italia c’è iniquità, le aziende vanno dove con quattro soldi si fa tutto. La Whirlpool decide di chiudere e da qui inizia una ‘liturgia’”. “Le nostre liturgie cambiano ogni tanto”, queste “tragicamente sono sempre le stesse: il sindacato si dice sdegnato; i poveri cristi dei lavoratori pensano di risolvere il problema protestando; il vescovo di turno va a celebrare; e di fatto quelli se sono andati senza colpo ferire, hanno intascato gli incentivi e quella gente, i quattrocento, rimarranno senza lavoro. In più, il ministro dice che stanno trattando, mentre la gente non prende niente. Iniquità è radice dei mali sociali. La delocalizzazione non si risolve mettendo catene alle imprese”.
Per il presidente dell’Apsa, “bisogna ridurre distanza tra crescita economica e modello socioculturale…”. E per far questo ha invitato i giovani: “Ragazzi dateci una mossa. Ribellatevi e studiate un modello socio economico diverso, fatevene promotori”.
Una battuta, infine, in merito al rincaro delle bollette: “Noto che tra i politici è una corsa non a spiegare la strada intrapresa, ma solo a chi prima dice: non dobbiamo pagare in più. Questo è un modo diseducativo di fare politica. Questo non farà mai crescere un popolo e una coscienza civile. È importante quello che ha fatto Greta e altri giovani, ma quel modello costa. Anche le scelte culturali costano fatica e questa fatica dobbiamo farla tutti insieme. Nessuno che abbia spiegato che la strada è stretta. Finché l’Italia non avrà classe dirigente formata e informata ci sarà decadenza”.