Svizzera: presentato Rapporto abusi, solo due commessi dopo il 2000. Vescovi, “le misure adottate sono efficaci”

“Le statistiche mostrano che le misure adottate dal 2002 sono efficaci”. I vescovi svizzeri continuano però a invitare le vittime a denunciare e a prendere contatto con i gruppi di esperti diocesani o a altri servizi riconosciuti di assistenza. È quanto si legge in una nota diffusa questa mattina. Riunita in assemblea ordinaria, la Conferenza episcopale svizzera ha esaminato le statistiche 2020 delle denunce ricevute dai gruppi di esperti diocesani sugli abusi sessuali commessi in ambito ecclesiale. Nel periodo che va dal 1961 al 2020, le diocesi hanno ricevuto 21 segnalazioni. Di queste solo due riguardano abusi avvenuti dopo il 2000 e si riferiscono ad adulti. Degli altri 19 casi, 15 sono avvenuti tra il 1950 e il 1980. Nelle cifre, non sono contenuti i casi denunciati alla Cecar, la Commissione specializzata per gli abusi sessuali commessi nella Chiesa cattolica in Svizzera che opera e agisce in maniera indipendente (Commission d’écoute, de conciliation, d’arbitrage et de réparation). Lo scorso anno, la Cecar ha presentato alla stampa un rapporto dal quale emergevano 36 dossier aperti: 23 riguardavano gli uomini e 13 le donne. Tutti di età compresa tra i 37 e gli 82 anni, ovvero un’età media di circa 60 anni. A livello retributivo, la Cecar disse in quell’occasione che erano state onorate 28 delle 36 richieste presentate, per un totale di indennizzi di 410.000 franchi. In media si tratta di 15.800 franchi per vittima.

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