“Ho desiderato essere qui oggi anzitutto per dirvi grazie! Grazie per la vostra presenza come laici, uomini e donne, giovani e anziani, impegnati a vivere e testimoniare il Vangelo nelle realtà ordinarie della vita, nel vostro lavoro, in tanti contesti diversi – educativi, di impegno sociale, e così via, nella strada, nei terminali delle ferrovie, lì stavate tutti voi –: questo è il vasto campo del vostro apostolato, è la vostra evangelizzazione”. Lo ha detto Papa Francesco, ricevendo, stamattina, in udienza i partecipanti all’Incontro con i moderatori delle associazioni di fedeli, dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, organizzato dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, sul tema: “La responsabilità di governo nelle aggregazioni laicali: un servizio ecclesiale”.
“Noi dobbiamo capire – ha spiegato – che l’evangelizzazione è un mandato che viene dal Battesimo; il Battesimo che ci fa insieme sacerdoti, nel sacerdozio di Cristo: il popolo sacerdotale. E non dobbiamo aspettare che venga il sacerdote, il prete a evangelizzare, il missionario… Sì, questo lo fanno molto bene, ma chi ha il Battesimo ha il compito di evangelizzare. Voi avete risvegliato questo con i vostri movimenti, e questo è molto buono. Grazie!”.
Nei mesi scorsi, ha proseguito il Pontefice, “avete visto con i vostri occhi e toccato con mano le sofferenze e le angosce di tanti uomini e donne, dovute alla pandemia, soprattutto nei Paesi più poveri”, dove c’è “tanta povertà, miseria… Penso a noi che qui in Vaticano ci lamentiamo quando il pasto non è ben cotto, quando c’è gente che non ha da mangiare”. Di qui la gratitudine “perché non vi siete fermati: non avete smesso di portare la vostra solidarietà, il vostro aiuto, la testimonianza evangelica anche nei mesi più duri, quando i contagi erano molto alti. Nonostante le restrizioni dovute alle necessarie misure preventive, non vi siete arresi, anzi, so che tanti di voi hanno moltiplicato il loro impegno, adeguandosi alle concrete situazioni che avevate e avete di fronte, con quella creatività che proviene dall’amore, perché chi si sente amato dal Signore ama senza misura”.
Questo “senza misura” è “quello che viene in questi momenti critici. E questo ‘senza misura’ lo abbiamo visto anche in tante suore, in tante consacrate, in tanti preti e in tanti vescovi. Sto pensando a un vescovo che è finito intubato per stare sempre con la gente. Adesso si sta riprendendo lentamente. Siete voi e tutto il popolo di Dio che si è schierato in questo, e voi siete stati lì”. Perché “qui c’era il Vangelo che chiamava e tutti sono andati. Grazie tante! Siete stati testimoni di ‘quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli'”.