G20: Barbati (Coldiretti), “nasce la prima rete tra le organizzazioni di giovani agricoltori a livello globale”

Per l’inizio del G20 giovani contadini, arrivati da tutta Italia, si sono dati appuntamento in piazza Santa Croce a Firenze per l’avvio della protesta contro il furto e la distruzione di terra fertile. Sul posto tra trattori, balle di fieno, campanacci, vanghe e prodotti tipici anche il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini ,e la delegata dei giovani, Veronica Barbati. “Le nuove generazioni – sottolinea la Coldiretti – rischiano di pagare più di altre il prezzo dei cambiamenti climatici, delle speculazioni sulla terra e del land grabbing ossia la corsa all’accaparramento di terre e produzioni agricole da parte dei Paesi più ricchi favorito dalla pandemia Covid”. Una situazione che ha acceso la protesta dei giovani agricoltori con cartelli sui quali si leggono appelli in italiano e in inglese: “No farmers no party”, “Non rompeteci i meloni”, “Mangia locale, pensa globale”, “Stop consumo di suolo”, “No land no food”, ma anche “Save the planet, eat local”, “farmers feed the planet”, “Dalla parte della terra….sempre!”, “Stop landgrabbing”, “Tenete i piedi per terra”, “Scendete dal pero” e anche un cartello con “Ne abbiamo le balle piene” con l’immagine di grandi balle di fieno.

Le speculazioni sulla terra spingono il caro prezzi delle materie prime agricole a livello internazionali con rincari del 32% rispetto allo scorso anno secondo l’ultimo indice della Fao di agosto.
“Proprio per suggerire strategie e politiche efficaci con un dialogo aperto con i governi nazionali, le istituzioni internazionali e il settore privato nasce la prima rete tra le organizzazioni di giovani agricoltori a livello globale”, ha annunciato Veronica Barbati.
La pandemia da Covid, secondo i giovani agricoltori, ha messo in luce diverse difficoltà nelle aree rurali, soprattutto a causa del divario digitale e delle infrastrutture che sono ormai fattori chiave per l’attività agroalimentare, ma ha anche accorciato la distanza tra l’agricoltore e i consumatori con lo sviluppo dei farmer market.
Per questo, sottolinea la Coldiretti, “è fondamentale rendere la filiera agroalimentare equamente remunerativa dall’agricoltore al consumatore passando per tutti i lavoratori e la logistica. Questa iniquità deve essere superata al più presto con i contratti di filiera in cui il prezzo pagato agli agricoltori non può mai essere inferiore ai costi di produzione”. E serve “sviluppare un modello di filiera agroalimentare che garantisca in modo universale l’accesso ad un cibo sano, equo e culturalmente adeguato”.

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