“Non si può ridurre la fede a zucchero che addolcisce la vita”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della messa nel santuario di Sastin, in Slovacchia, si è soffermato sulla missione “profetica” di Maria, rivelatrice del messaggio di suo Figlio. “Davanti a Gesù non si può restare tiepidi, con il piede in due scarpe”, il monito di Francesco: “Accoglierlo significa accettare che Egli sveli le mie contraddizioni, i miei idoli, le suggestioni del male; e che diventi per me risurrezione, Colui che sempre mi rialza, che mi prende per mano e mi fa ricominciare”. “Di questi profeti ha bisogno oggi anche la Slovacchia”, la tesi del Papa: “Non si tratta di essere ostili al mondo, ma di essere segni di contraddizione nel mondo. Cristiani che sanno mostrare, con la vita, la bellezza del Vangelo. Che sono tessitori di dialogo laddove le posizioni si irrigidiscono; che fanno risplendere la vita fraterna, laddove spesso nella società ci si divide e si è ostili; che diffondono il buon profumo dell’accoglienza e della solidarietà, laddove prevalgono spesso gli egoismi personali e collettivi; che proteggono e custodiscono la vita dove regnano logiche di morte”.