Per la prima volta nella storia delle competizioni elettorali a Roma un’associazione di ispirazione cattolica come le Acli si è fatta carico di realizzare un vero e proprio programma per il welfare a Roma, realizzato dal basso e offerto ai maggiori candidati a sindaco. Si chiama “Cantiere Roma” l’idea delle Acli capitoline presentata questa mattina nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio ai candidati sindaco presenti: Carlo Calenda, Roberto Gualtieri e Virginia Raggi (che hanno sottoscritto il progetto). Un’iniziativa pensata con l’obiettivo di delineare la città di oggi e di domani vista dai cittadini. Per questo sono stati organizzati sei web talk, dedicati a sei diverse categorie sociali: bambini, giovani, donne, stranieri, anziani e famiglie e con l’individuazione di alcune azioni trasversali a tutti questi settori come la realizzazione di un Albo delle buone pratiche, l’Anagrafe delle fragilità, il potenziamento delle “case di comunità” e l’ideazione di benefit sociali per incentivare il volontariato. “Al centro di questo Cantiere – ha detto Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia – abbiamo messo i soggetti e una visione dal basso, una piramide rovesciata che fa perno sulle persone, sulle vite concrete. La nostra città esiste e resiste, come una comunità che vuole ripartire. Il testimone che lasciamo dopo questo incontro, oltre alle proposte che abbiamo presentato, è il metodo, quello di un ascolto dal basso che deve poggiare su 4 pilastri: l’ascolto delle persone, l’interpretazione dei bisogni emersi, l’agire in un’ottica di rete e la capacità di immaginare la Roma del futuro”.
Le proposte delle Acli Roma per i bambini sono “la scuola in rete con il territorio e i suoi soggetti”, “avvicinare i bambini alla cultura”, creare “Consigli permanenti dei bambini”, per avvicinarli il prima possibile alla partecipazione attiva.
Per i giovani le Acli Roma propongono “canoni di locazione calmierati e sconti sulle tariffe comunali” ma anche “la creazione di un pensatoio permanente, multidisciplinare e integrato, che coinvolga le menti più brillanti degli atenei romani”.
Rispetto alle donne, le Acli capitoline chiedono un “monitoraggio della condizione lavorativa femminile e le pari opportunità garantite”. Inoltre, “per innalzare il livello di sicurezza della città eterna consideriamo di primaria importanza chiamare in gioco anche la tecnologia, attraverso lo sviluppo di un sistema di app che permettano alle donne di segnalare i luoghi della città dove sono state vittime di violenza o molestia e dove si sentono meno sicure”. Infine, “sul piano simbolico” si propone “di ripensare la toponomastica e la cartellonistica urbana secondo una visione rinnovata del protagonismo femminile, storico e attuale”.