“Il lavoro nei panel dei cittadini determinerà il successo della Conferenza sul futuro dell’Europa”: questa, secondo il capo delegazione del Parlamento europeo Guy Verhofstadt, la responsabilità che grava sulle spalle degli 800 cittadini europei scrupolosamente selezionati per partecipare ai quattro panel tematici. I dati mostrano che è garantita una equa pluralità ed equilibrio nella loro composizione: 271 i giovani tra i 16 e i 25 anni, 270 cittadini tra 26 e 54 anni, 262 over 55; 564 degli 800 cittadini abitano in centri urbani medio-grandi, 237 in zone rurali; 360 hanno un titolo di studio universitario, 344 di scuola superiore, 97 un diploma di grado inferiore. Metà sono uomini e metà sono donne. L’Italia avrà 88 cittadini nei gruppi di lavoro: è la seconda delegazione per grandezza numerica dopo la Germania (108), al pari con la Francia. Il primo panel si riunisce a Strasburgo da venerdì 17 settembre; gli altri a ruota nei tre fine settimana successivi. In tutto i panel avranno a disposizione tre riunioni per “definire le raccomandazioni per il futuro dell’Europa”, ha affermato Verhofstadt. Inizieranno il confronto a partire da un primo rapporto che sintetizza gli oltre 7mila contributi fin qui pubblicati dai cittadini sulla piattaforma digitale della Conferenza. Nei panel, ha assicurato Verhofstadt, “non ci saranno influenze esterne da parte dei politici”, dal momento che “moderatori, esperti e fact-checker saranno professionisti selezionati dalle sei organizzazioni a cui la Commissione europea ha dato mandato” di coordinare operativamente i lavori dei panel. 80 cittadini, 20 per ogni panel, saranno delegati a partecipare alle assemblee plenarie della Conferenza (la prossima il 22 ottobre).