“C’è un rimedio infallibile per rialzarci: la Confessione”. Ne è convinto il Papa, che dialogando con i giovani slovacchi, nello Stadio Lokomotiva di Kosie, ha spiegato loro come accostarsi a questo sacramento. “Non si va a confessarsi come dei castigati che devono umiliarsi, ma come dei figli che corrono a ricevere l’abbraccio del Padre. E il Padre ci risolleva in ogni situazione, ci perdona ogni peccato. Dio perdona sempre”. “Dopo ogni Confessione, rimanete qualche istante a ricordare il perdono che avete ricevuto”, il consiglio di Francesco: “Custodite quella pace nel cuore, quella libertà che provate dentro. Non i peccati, che non ci sono più, ma il perdono che Dio vi ha regalato, la carezza di Dio Padre. Quello custodite, non lasciatevelo rubare. E quando la volta dopo andate a confessarvi, ricordatelo: vado a ricevere ancora quell’abbraccio che mi ha fatto tanto bene. Non vado da un giudice a regolare i conti, vado da Gesù che mi ama e mi guarisce”. “Ma qualcuno potrebbe dire: ‘Io comunque mi vergogno, non riesco a superare la vergogna di andare a confessarmi”, la possibile obiezione. “Non è un problema, è una cosa buona”, la risposta: “Se ti vergogni, vuol dire che non accetti quello che hai fatto. La vergogna è un buon segno, ma come ogni segno chiede di andare oltre. Non rimanere prigioniero della vergogna, perché Dio non si vergogna mai di te. Lui ti ama proprio lì, dove tu ti vergogni di te stesso. E ti ama sempre”. “Nella mia terra, a quelli sfacciati , che fanno tutto male li chiamiamo ‘senza vergogna'”, l’aggiunta a braccio. “Dio gioisce nel perdonarci, ogni volta”, ha assicurato il Papa: “Quando ci rialza crede in noi come la prima volta, non si scoraggia. Siamo noi che ci scoraggiamo, lui no. Non vede dei peccatori da etichettare, ma dei figli da amare. Non vede persone sbagliate, ma figli amati; magari feriti, e allora ha ancora più compassione e tenerezza. E ogni volta che ci confessiamo – non dimenticatelo mai – in Cielo si fa festa. Che sia così anche in terra!”.