Norvegia: il Paese torna al centrosinistra. Sconfitta la coalizione conservatrice. Probabile svolta verde, più welfare

“Sconfitta per Erna”: il titolo campeggia sul sito del tabloid norvegese Dagbladet, che racconta lo “shock” che hanno causato gli esiti elettorali. Cambio di maggioranza allo Stortinget e fine del premierato per Erna Solberg: i risultati delle elezioni che si sono svolte ieri, 13 settembre, nel Paese nordico decretano la fine di otto anni di governo del centrodestra e la vittoria della coalizione di centrosinistra guidata dal Partito laburista (con il 26,4% dei consensi) e sostenuta dal Partito socialista di sinistra e dal Partito di Centro, coalizione che arriverebbe ad occupare 89 dei 169 seggi del parlamento unicamerale. I Conservatori (H), partito guidato da Solberg, e attuali alleati rimangono a 68 seggi. Candidato a guidare il governo, se l’alleanza andrà in porto, è quindi il leader laburista Jonas Gahr Støre, nonostante il suo partito abbia perso l’1% dei voti. Un risultato “storicamente miserabile”, attacca il quotidiano economico Dagens Næringsliv, ma “ora è il suo turno”. Il partito che ha segnalato una crescita percentuale maggiore rispetto alle scorse elezioni è il partito di centro (Sp), con un +3,6 (13,6% delle preferenze); i Conservatori hanno perso il 4,6% dei consensi, fermandosi al 20,5%, come a perdere sono stati anche i loro alleati, i cristiano democratici (-0,4%, 3,8% di consensi).
“L’opposizione alla politica climatica e alla politica identitaria è grande” la conclusione che trae in un titolo il Morgenbladet. Da oggi Støre, che è stato ministro degli esteri nel governo guidato dall’attuale segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, inizia le consultazioni, per vedere come formare un governo in linea con la sua politica di stato sociale forte, tassazione ai ricchi, e una lenta svolta verde, in un Paese in cui il settore petrolifero rappresenta il 14% del Pil.

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