“Dobbiamo pensare di passare da una Chiesa basata essenzialmente sulla figura del parroco ad una comunità in cui si possa valorizzare il carisma di ciascuno e in cui ciascuno possa sentirsi veramente corresponsabile nella vita comunitaria. Per questo il cammino sinodale della Chiesa italiana vuole partire dal basso, dall’ascolto delle persone, anche di chi non è un frequentatore assiduo, per capire che tipo di comunità cristiana vogliamo essere, quali sono le cose che la tradizione ecclesiale ci ha tramandato e che facciamo ormai fatica a vivere, e quali invece le novità che dovremmo saper costruire”. Lo scrive il vescovo di Acqui, mons. Luigi Testore, nella lettera pastorale “Immaginare la Chiesa di domani” per l’anno 2020/2021.
Rifacendosi alle esperienze vissute in questo ultimo anno e mezza a causa della pandemia, il vescovo auspica “una comunità cristiana” che “impari a riunirsi anche a livello familiare, che trovi occasioni comuni di preghiera, di riflessione e possa davvero crescere ed edificarsi”. “Abbiamo bisogno anche noi – osserva – che la parola di Cristo dimori tra noi abbondantemente perché è solo mettendoci in ascolto di Lui e del Vangelo che possiamo meglio capire il significato della nostra scelta di cristiani e quindi anche riscoprire il valore e l’importanza di aderire alla comunità cristiana e di costruire insieme l’esperienza della Chiesa”. Mons. Testore sottolinea poi che “siamo una Chiesa che deve abbandonare un suo stile troppo clericale e riscoprire alcuni aspetti essenziali delle sue origini. Per questo è importante che le nostre comunità acquistino una dimensione più dinamica e cerchino di scoprire i vari ministeri che le possono arricchire”. Ed evidenzia quanto “sia necessario per noi trovare modalità nuove nel nostro cammino ecclesiale”. “Per questo – prosegue – sarà importante anche nella nostra Chiesa locale lavorare per il cammino sinodale e coinvolgere un po’ tutti nel discernere ciò che il Signore chiede a noi e alla nostra Chiesa di Acqui per continuare il cammino oggi e nel prossimo futuro”. Nel percorso sinodale, mons. Testore suggerisce infine di coinvolgere “soprattutto i giovani e i giovani adulti, anche quelli non immediatamente e direttamente impegnati nelle attività parrocchiali”.