Scuola: card. Lojudice (Siena) agli studenti, “usate il ‘green pass del cuore’ per essere accanto ai più fragili”

“Stiamo gradualmente uscendo da un periodo storico senza precedenti, ma una cosa è certa senza di voi noi non avremo futuro”. Lo sottolinea il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, nel messaggio agli studenti per l’inizio del nuovo anno scolastico.
Si riprenderà, sottolinea, “con tutto il bagaglio di emozioni, paure, speranze che questo passaggio rappresenta per voi ragazzi e che la pandemia ha molto amplificato e caricato di peso e complessità”. “Finalmente in presenza, con tutte le precauzioni del caso, finalmente tornerete ad animare con la vostra gioia e speranza le nostre strade, le aule delle scuole”, prosegue il cardinale, ammettendo: “Ci siete mancati. Ci è mancato il vedervi per le strade delle nostre città con gli zaini pieni di libri e di tanti propositi per il futuro, che io vi auguro sia luminoso e sereno”.
“Siamo di fronte ad una nuova sfida che è quella di ripartire più uniti, forti e coesi di prima”, aggiunge l’arcivescovo: “È una sfida per la nostra Nazione, per la nostra Regione, le nostre città, per le Istituzioni, per le famiglie e per voi. Per questo vi voglio incoraggiare a fare in modo che il virus non contagi i vostri sogni, le vostre speranze, i vostri progetti”.
Lojudice cogli l’occasione per “ringraziare le vostre famiglie, i dirigenti scolastici, i professori e tutto il personale scolastico perché grazie ai loro sforzi e alla loro dedizione potremo presto parlare di ritorno alla ‘normalità’, che dovrà tornare ad essere la parola d’ordine per noi tutti e specialmente per voi”. L’invito del cardinale è quello di “ripartire insieme, senza lasciare nessuno indietro. La pandemia ha scavato un solco profondo – spiega – nella nostra società non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale. Chi era in difficoltà o emarginato, oggi lo è di più. La vera sfida sta proprio qui: che nessuno resti solo”. Per questo, esorta: “Usiamo quello che io chiamo il ‘green pass del cuore’ per lasciare entrare nelle nostre vite il desiderio dell’incontro con l’altro, soprattutto se fragile ed emarginato”.

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