“Il nostro Paese apparentemente è ricco perché è all’ottavo posto per la ricchezza nel mondo. Dall’altra parte abbiamo davanti agli occhi sei milioni di persone in povertà assoluta e dieci milioni in povertà relativa. Ci sono disuguaglianze e chi paga di più questo prezzo sono i giovani da una parte, sono le donne, sono i migranti”. Lo ha detto don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera, ieri sera a margine del festival della comunicazione a Terrasini, promosso dall’arcidiocesi di Monreale e dall’associazione “Così per passione”.
Ricordando “volti, storie, fatiche e speranze” di tante persone, don Ciotti ha chiesto di immedesimarsi in chi vive quelle situazioni e quei contesti. Soffermandosi sul fatto che l’emergenza sanitaria abbia amplificato le differenze sociali, il fondatore di Libera ha poi evidenziato che “alla luce dei dati sulla povertà assoluta nel nostro Paese alzare la voce è un atto di amore”. “Occorre lottare perché ci siano cambiamenti veri e visioni chiare – ha aggiunto don Ciotti –. Per chi è in povertà assoluta la disponibilità della spesa minima non basta a coprire le spese indispensabili. Sei milioni di persone in questo Paese, in queste condizioni, è un appello alla politica a fare chiarezza e determinazione. Vivere sotto la soglia della povertà assoluta significa vivere sotto la soglia della dignità della persona”.