Con la riapertura della ristorazione in tutto il mondo e la ripresa delle esportazioni che fanno segnare un balzo del 16% si stima un fatturato superiore agli 11 miliardi per il vino italiano nel 2021. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi al primo semestre. “Un fatturato – sottolinea l’associazione – raggiunto grazie all’aumento dei consumi interni e soprattutto delle esportazioni che hanno raggiunto il valore record di 3,3 miliardi nei primi sei mesi dell’anno”. “A preoccupare dopo il Covid – si legge in una nota – sono le nuove politiche europee come la proposta di mettere etichette allarmistiche sulle bottiglie per scoraggiare il consumo o anche il via libera dell’Unione europea a nuove pratiche enologiche come la dealcolazione parziale e totale” che, secondo la Coldiretti, “rappresenta un grosso rischio ed un precedente pericolosissimo permettendo di chiamare ancora vino un prodotto in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per effetto di un trattamento invasivo che interviene nel secolare processo di trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino”. “Particolarmente grave – conclude l’associazione – è la decisione di considerare i vini de-alcolati e parzialmente de-alcolati come prodotti vitivinicoli e di consentire tale pratica anche per i vini a denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta”.