La riapertura delle scuole, con il ritorno in presenza degli studenti, rappresenta un evento di grande importanza non solo sul piano educativo ma anche sotto il profilo sociale e relazionale, in particolare per bambini e ragazzi delle categorie più fragili. La pandemia, nonostante la Dad, ha infatti accentuato il problema della povertà educativa, causando gravi ritardi nell’apprendimento. A pagare il costo maggiore sono stati i ragazzi che vivono in contesti problematici, in particolare nel Mezzogiorno, dove è aumentata la dispersione scolastica. Ad evidenziarlo è anche l’organizzazione Sos Villaggi dei Bambini che ha realizzato, con il supporto di Rai per il Sociale, Rai Sport e US Acli, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Il futuro è in gioco”, volta a contrastare la povertà educativa in Italia.
I fondi raccolti dalla campagna saranno, infatti, destinati al progetto omonimo che si realizza all’interno dei Villaggi Sos di Saronno, Trento, Vicenza e Ostuni e nelle città di Milano e Crotone, attraverso il sostegno e lo sviluppo dei potenziali innati dei singoli bambini coinvolti. Due le linee di intervento: una diretta, di promozione e sostegno delle capacità e competenze dei bambini, e una indiretta, di rafforzamento educativo rivolto alle famiglie più fragili.
“Se c’è una cosa che questa pandemia ci sta insegnando giorno dopo giorno è che tra le categorie più colpite vi sono bambine e bambini, ragazze e ragazzi, in particolare provenienti da contesti difficili”, dichiara Emanuele Caroppo, psichiatra e psicoanalista, membro del Gruppo di esperti Covid-19 per l’infanzia e l’adolescenza della Presidenza del Consiglio e coordinatore del Comitato scientifico di Sos Villaggi dei Bambini. “Si tratta di un prezzo importante che i nostri giovani hanno pagato e che oggi, con la riapertura della scuola in presenza, noi adulti, insieme al sistema scolastico – conclude –, non dobbiamo dimenticare”.