Un contributo informale ma istituzionale dell’Italia per la Conferenza sul futuro dell’Europa sta già circolando. La versione attuale è stata ritoccata alla luce dell’esperienza pandemica. L’Europa è sopravvissuta a tante crisi negli ultimi 10 anni, ma “bisogna imparare dalle esperienze”, adattarsi alle nuove sfide, evolvere, attraverso un dibattito “aperto, partecipativo e genuinamente transnazionale”, come può essere la Conferenza, “il terreno fecondo di un discorso politico europeo tanto necessario”. Due devono essere i temi di fondo: quali “innovazioni potrebbero favorire un migliore funzionamento dell’Unione, una maggiore trasparenza e la partecipazione dei cittadini”; quali priorità politiche sono di particolare rilievo per i dibattiti nazionali. Il “valore aggiunto della conferenza sarà nel promuovere un dibattito di portata europea”.
Tra le cose che, secondo l’Italia (la fonte del documento è governativa), la conferenza dovrebbe comprendere, oltre il confronto, è mettere sul tappeto “decisioni” e “la questione più ampia del funzionamento dell’Ue”, senza “rifuggire dal discutere di innovazioni mirate”, nel senso del rafforzamento dello spazio democratico europeo e del miglioramento del funzionamento delle istituzioni Ue. Per esempio: come garantire una maggiore trasparenza e partecipazione dei cittadini a tutte le procedure europee; come rafforzare l’iniziativa dei cittadini europei, prevedendo “referendum europei su questioni relative all’integrazione”; come rafforzare il ruolo del Parlamento europeo e armonizzare le regole elettorali per le elezioni europee fino a prevedere l’elezione diretta del presidente della Commissione.
Per l’efficacia delle istituzioni, l’Italia propone il passaggio al voto a maggioranza qualificata almeno in alcuni ambiti; di rafforzare l’azione esterna e il consiglio affari generali. Ma “ai partecipanti dovrebbe essere permesso di discutere e fare proposte su qualsiasi argomento, inclusa la riforma dei trattati, se lo ritengono utile”. All’Italia sta a cuore che “la conferenza serva a porre le basi di un vero e proprio dibattito europeo” anche su temi politici specifici: l’unione sanitaria, l’autonomia strategica dell’Ue, un “green deal per gli europei”, l’innovazione tecnologica, politiche economiche comuni, la politica migratoria.