La Grangia di Monluè (Milano) festeggia i suoi 35 anni di attività accanto agli stranieri, “in particolare i richiedenti asilo scappati dai loro Paesi per salvarsi e rifarsi una vita”. Si inizia – come conferma il portale della diocesi ambrosiana – sabato 11 settembre con una tavola rotonda a cui partecipano l’arcivescovo Mario Delpini e il sociologo Maurizio Ambrosini. “A questo appuntamento – spiega don Bortolo Uberti, presidente dell’associazione onlus, nonché parroco di San Lorenzo in Monluè e San Nicolao della Flue – sono invitati in particolare volontari e operatori, di ieri e di oggi, abitanti del quartiere e tutti coloro che desiderano riflettere sul fenomeno dell’immigrazione e sulle sue prospettive”.
La Grangia fu a suo tempo voluta dal cardinale Carlo Maria Martini. Don Uberti ne parla come di una scelta lungimirante e “molto attuale, perché l’accoglienza è uno dei bisogni più importanti che si riscontrano anche oggi, una scelta quindi profetica. Non possiamo pensare di costruire una società e una città se non nell’inclusione, nel mettere insieme le diversità. Non solo viene riconosciuto un bisogno, ma una profezia. La città del domani sarà una città che avrà volti diversi, storie diverse, culture diverse e non potrà essere che così”.
Cosa significa per lei raccogliere questa eredità? “Percepire un respiro di Chiesa e di vita sociale molto più ampio di quello ristretto negli ambiti del nostro normale ministero. Per me ha voluto dire rendermi conto come la realtà della migrazione è parte integrante del ministero di un prete e della vita di una comunità. Il fatto che la Grangia esista da 35 anni dice in maniera molto chiara che il fenomeno delle migrazioni non è un’emergenza, ma elemento costitutivo del vissuto di una città, di un Paese, di un continente”.