Dopo le recenti vicende afghane che hanno riportato all’attenzione dei media il problema dell’estremismo islamico, la fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) lancia un appello per sostenere il proprio Fondo, istituito nel 2019, per i progetti più urgenti a sostegno delle comunità cristiane presenti nei Paesi in cui è applicata la legge islamica. Grazie ad esso, spiegano da Acs, “abbiamo concretamente aiutato fratelli e sorelle che hanno patito soprusi e violenze, taluni a volte inenarrabili. A titolo di esempio ricordiamo che, attraverso le donazioni già destinate a questo scopo, insieme alla Commissione cattolica Giustizia e Pace del Pakistan abbiamo garantito assistenza legale alle minorenni vittime di sequestri e di conversioni e matrimoni forzati”. Il Pakistan, infatti, insieme all’Afghanistan dei Talebani, all’Arabia Saudita, al Bahrein, all’Egitto, agli Emirati Arabi Uniti, alla Giordania, all’Iran, alla Libia, alla Palestina, al Qatar, alla Somalia e ad altri ancora, è uno di quei Paesi dove la sharia, cioè la legge islamica, viene applicata con diversi profili interpretativi. Si tratta, dichiarano da Acs, di violazioni costanti dei diritti umani, “anzitutto quelli delle donne, brutalmente calpestati. La comunità di Acs è consapevole di queste persistenti minacce da sempre”. Da qui l’appello: “Mentre molti ‘intellettuali’ destatisi dal loro torpore si esercitano in vuota retorica da talk show, ci rivolgiamo a ognuno di voi per invitarvi a esercitare la carità cristiana, secondo le vostre possibilità, per porre un argine all’oppressione inflitta anzitutto ai nostri fratelli nella fede”.