Si è conclusa la 2ª edizione del Lecco Film Fest. “Un’esperienza al plurale, perché comunitaria, promossa da Confindustria Lecco e Sondrio e organizzata da Fondazione Ente dello Spettacolo (FEdS), resa possibile grazie alla collaborazione di un territorio, quello lecchese, che ha lavorato unito per la realizzazione di questo secondo appuntamento in un’estate ancora segnata della pandemia”, ricorda una nota diffusa oggi da FEdS.
Sono state oltre 5.000 persone, lecchesi e non solo, che nei 4 giorni del festival hanno preso parte ai 26 eventi del Lecco Film Fest cui hanno partecipato 44 ospiti; tra le iniziative, anche una anteprima nazionale e la riapertura di un cinema, il Nuovo Aquilone.
La 2ª edizione festival ha messo al centro lo sguardo delle donne e il divario di genere ancora troppo grande nel Paese: sul tema ha preso la parola anche Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia: “Le donne oggi non si trovano alla pari degli uomini, con le stesse opportunità, nel mondo economico, nel mondo lavorativo, nel mondo politico ecco perché, invece, oggi è prioritario dare concretezze e possibilità affinché l’Italia davvero raggiunga quella parità”.
Mons. Davide Milani, presidente di Fondazione Ente dello Spettacolo e prevosto di Lecco, commenta così la seconda edizione del festival: “È stato un successo la seconda edizione del Lecco Film Fest. E lo è stato grazie alle oltre 5.000 persone che hanno partecipato e vissuto con passione i 26 eventi in programma. Grazie ai 150 volontari, la maggior parte giovanissimi, che non si sono risparmiati nel loro servizio. Grazie alle 50 persone dello staff che hanno lavorato assiduamente per rendere possibile l’impossibile, grazie a Confindustria Lecco e Sondrio, alle Istituzioni e agli enti filantropici, alle imprese che lo hanno sostenuto. Abbiamo visto film, partecipato a dibattiti, organizzato mostre, corsi per i giovani, masterclass, abbiamo condiviso la mensa, l’amicizia, la passione per il cinema e tante riflessioni. Abbiamo fatto comunità”. Mons. Milani conclude: “Abbiamo capito che ‘ciò che fa bello il mondo’ è l’incontro con l’altro. Tutti insieme ci siamo messi a servizio per realizzare tutto questo: il cinema e la cultura sono stati i linguaggi che ci hanno permesso questa festa delle relazioni. Proprio di legami autentici, personali, in presenza abbiamo bisogno in questi tempi così difficili”.