“La pandemia di Covid-19 e le relative restrizioni di viaggio hanno avuto un forte impatto sulla migrazione e sulla mobilità verso l’Ue. La stragrande maggioranza di coloro che hanno viaggiato verso l’Unione europea lo ha fatto per motivi legittimi. Sebbene tutti i Paesi oggetto di valutazione abbiano continuato ad adottare misure per affrontare la migrazione irregolare, sono necessari ulteriori sforzi per affrontare le attuali preoccupazioni”: lo si legge in una nota che accompagna l’odierna relazione sull’esenzione dei visti per i Paesi balcanici, stilata dalla Commissione europea. “Le domande di asilo sono diminuite drasticamente nella primavera del 2020. Diversi Paesi – vi si legge – devono comunque continuare ad affrontare la questione delle domande di asilo infondate presentate dai loro cittadini, anche rafforzando la partecipazione alla piattaforma multidisciplinare europea di lotta alle minacce della criminalità e continuando a organizzare campagne di informazione mirate”. Ancora: “Sebbene i tassi di rimpatrio siano diminuiti a causa della limitata disponibilità di voli, prosegue la buona cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione tra gli Stati membri e i Paesi partecipanti”.
“Nonostante una diminuzione generale del numero di attraversamenti irregolari delle frontiere, sono ancora necessari – secondo l’esecutivo Ue – miglioramenti nei settori della gestione delle frontiere e della migrazione”. La capacità di accoglienza in alcuni Paesi dei Balcani occidentali continua a destare preoccupazione, in particolare in Bosnia-Erzegovina.