Da Bogotá a Ginevra, da Medellín alla stazione centrale di Milano, da Buenos Aires a via della Conciliazione, a Roma, in 22 città di tutto il mondo, il movimento delle vittime colombiane Movice e le Madri di Soacha hanno lanciato una mobilitazione internazionale coinvolgendo colombiani in esilio a fare performance artistiche in occasione della Giornata internazionale delle vittime delle sparizioni forzate, che si è celebrata ieri. Parallelamente sono stati organizzati eventi in tutta Colombia. A Bogotá, per esempio, si è svolto dibattito su “Lotte ambientali e sparizione forzata” con Isabel Zuleta, trentenne leader di Ríos Vivos, organismo che difende l’ambiente del Basso Cauca, in Antioquia. Qualche settimana fa la giovane leader ambientale ha ricevuto minacce di morte a causa della sua opposizione alla grande diga di Hituango.
“Stimiamo che si trovino 2.900 desaparecidos solo nella zona del rio Cauca – spiega Isabel Zuleta -. Nelle ultime settimane si è aggiunta la repressione delle proteste, si vuole eliminare il diritto a dissentire. La repressione delle proteste popolari è arrivata al limite della crudeltà, con l’aumento dei desaparecidos, mentre campesinos, popoli indigeni e afrodiscendenti soffrono la fame. In Antioquia lavoriamo nella coscientizzazione dei campesinos, vittime della visione liberista del progresso dei megaprogetti, rafforziamo il tessuto sociale con protagonismo delle donne, chiediamo memoria e giustizia per i desaparecidos, accompagniamo le madri terrorizzate da uno Stato che vuole silenzio e dimenticanza”.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, commenta al Sir: “Impressiona il coraggio di Isabel Zuleta che denuncia la persecuzione dei movimenti sociali e dà voce ai familiari dei desaparecidos, 120mila persone in tutta la Colombia, che non hanno un corpo su cui piangere, ma chiedono giustizia, memoria, verità”.