“Alle istituzioni nazionali, regionali e locali, alla vigilia dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, chiediamo di disegnare un nuovo modello di sviluppo, equo e condiviso, in cui le aree interne possono diventare concretamente ‘il polmone del Paese’, offrendo risorse e disponibilità a costruire intorno alle loro potenzialità di carattere naturale, paesaggistico, storico, religioso e culturale una vera prospettiva di riscatto”. Lo scrivono i vescovi delle aree interne, riuniti ieri e oggi al Centro “La Pace” di Benevento, su iniziativa dell’arcivescovo Felice Accrocca, in un messaggio alle loro comunità e alle istituzioni, al termine dell’incontro.
I presuli auspicano “che le risorse finanziarie contribuiscano alla realizzazione di opere fondamentali, facendo in modo che partano dalle zone più remote e raggiungano il centro; che la diligenza dei fondi europei in arrivo non venga assaltata scompostamente, ma possa arrivare a destinazione con una distribuzione equa e trasparente; che la cultura delle competenze prevalga sulla prassi del ricatto elettorale e del clientelismo; che la tutela dell’ambiente, spesso lasciato a se stesso nelle aree meno antropizzate, contribuisca a ridurre i rischi di calamità naturali e a produrre uno sviluppo sostenibile”.
Nella consapevolezza che “non c’è nulla che sia più ingiusto quanto fare parti eguali tra diseguali”, come diceva don Lorenzo Milani, i vescovi delle aree interne affidano “queste riflessioni alle nostre Chiese, a quanti hanno a cuore e a quanti hanno in mano le sorti del Paese, nella fiducia che non resteranno lettera morta”. E concludono con una frase del messaggio di Papa Francesco ai vescovi riuniti a Benevento “La carità, animata dalla speranza, sa guardare con tenerezza l’oggi e, con umiltà, rendere nuove tutte le cose”.