Si è concluso il corso di alta formazione dei collaboratori delle Migrantes diocesane, che quest’anno si è tenuto a Loreto, nelle Marche, regione scelta dalla Commissione Cei per le migrazioni e dalla Fondazione Migrantes per la celebrazione nazionale per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebrerà il 26 settembre. Tema del corso “Costruire e custodire la casa comune”.
“La casa, simbolo di Loreto, ma anche di ogni autentica integrazione che deve portare a farci sentire a ‘casa’ nel Paese e nella Chiesa”, ha detto al termine del corso il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis.
La settimana ha visto presenti oltre 70 persone da 13 regioni italiane e “ci ha permesso non solo di approfondire i diversi temi della cittadinanza, dell’inclusione, della Chiesa ‘dalle genti’ che comincia a nascere nel nostro Paese ma anche – ha aggiunto don De Robertis – di sperimentare fra noi una profonda comunione, di sentirci a casa”.
Il tema del corso “Costruire e custodire la casa comune” è stato declinato nei suoi aspetti sociali, culturali ed ecclesiali attinenti le problematiche migratorie attuali e ha visto la presenza di docenti universitari e di testimonianze “sul campo”, con una voce al di là del Mediterraneo, quella del card. Cristobal Lopez Romero, vescovo di Rabat, capitale del Marocco. Il porporato ha parlato della sua Chiesa, piccola ma non insignificante realtà in un paese islamico dove i cristiani sono 30mila su 37 milioni. Una Chiesa “straniera ma non estranea al Paese, costruttrice di ponti” come testimoniano le 12 scuole cristiane frequentate da 12mila persone e la facoltà teologica ecumenica a Rabat, caso unico al mondo in cui studenti cattolici, protestanti e mussulmani si radunano per studiare reciprocamente la rispettiva fede in modo da abbattere diffidenze e pregiudizi. Significative anche le altre testimonianza. Tra queste, l’incontro con don Giovanni Battista Sum Xuyi, di origine cinese, che ha parlato di p. Matteo Ricci e dell’opera del centro studi Li Madou di Macerata; di don Aldo Buonaiuto dell’Associazione Papa Giovanni XXIII che si è soffermato sulla piaga della tratta di donne costrette a prostituirsi e di Francesco Paolo Capodaglio, medico di base per scelta presente da 17 anni col suo ambulatorio nel cuore dell’Hotel House dove vivono persone di 32 etnie.