In un messaggio rivolto a tutti i fedeli, diffuso poco fa, i vescovi della Colombia invitano a farsi vaccinare contro il coronavirus, avvertendo che, sebbene questo sia un atto libero e volontario, “rifiutare questo atto di solidarietà, senza un ragionevole argomento, in coscienza o ragione medica, costituirebbe un’offesa al bene comune”.
La Conferenza episcopale (Cec) constata che “grazie al piano vaccinale si è mitigato il numero dei contagi nel Paese, permettendo così a un maggior numero di persone di avere la fiducia e la sicurezza dei vaccini”. Tuttavia, “ciò non è ancora sufficiente”. Da qui l’appello a coloro che non sono stati vaccinati, assieme all’invito, rivolto a tutti i fedeli, a “continuare a collaborare – ciascuno secondo le proprie possibilità e con i mezzi a propria disposizione – alla risoluzione dell’attuale crisi sanitaria, che contagia in modo indiscriminato”.
I vescovi ricordano che, sebbene in alcuni casi persista la questione etica riguardo allo sviluppo e alla produzione di vaccini, “per il credente è moralmente accettabile ricevere il vaccino che è disponibile”. Di qui l’appello finale dei vescovi: “Invitiamo tutti i fedeli cattolici che non l’hanno ancora fatto, contando sulla guida del proprio medico, a considerare in modo responsabile l’opzione per la vaccinazione e a aiutare anche gli altri a farlo”.
La dichiarazione è firmata da mons. Luis José Rueda Aparicio, arcivescovo di Bogotá e primate di Colombia, presidente della Cec; da mons. Omar Alberto Sánchez Cubillos, arcivescovo di Popayán e vicepresidente; da mons. Luis Manuel Alí Herrera, vescovo ausiliare di Bogotá e segretario generale.