“Le ‘aree interne’ – e lo dico per esperienza diretta, come figlio di queste terre e come pastore di una Chiesa ‘interna’ prima dell’attuale incarico – non sono un minus rispetto agli altri territori. Rappresentano invece una ricchezza assoluta, se ben valorizzate e restituite alla loro dignità”. Lo ha detto, stamattina, mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, introducendo l'”Incontro dei vescovi delle aree interne”, promosso oggi e domani a Benevento dall’arcivescovo Felice Accrocca. “Ora, purtroppo, facciamo i conti con diversi problemi che rendono difficile questa comprensione – ha osservato mons. Russo -. Eppure, l’immagine del corpo ci sostiene nella riflessione. Se togliessimo i polmoni, con cosa respireremmo? Se cavassimo gli occhi, con cosa guarderemmo le meraviglie che impreziosiscono il Belpaese? E potremmo continuare…”. Ma “c’è una domanda che è alla base di tutto: perché c’interessiamo al tema delle ‘aree interne’?”, si è chiesto il presule. “L’attenzione delle comunità cristiane per questi territori – la risposta che ha dato – non è un fenomeno estemporaneo, né tanto meno strumentale. Spesso le nostre comunità rappresentano per queste aree, costrette a confrontarsi con dinamiche di marginalizzazione e di spopolamento, uno dei pochi punti di riferimento – talvolta l’unico – anche a livello sociale. È un’attenzione, dunque, che nasce dall’interno dell’esperienza ecclesiale, dall’attitudine al radicamento nei territori, dall’esigenza di coniugare sempre dimensione locale e apertura universale”. E “se, da un lato, le nostre comunità partecipano dei problemi e dei limiti strutturali che affliggono le ‘aree interne’, allo stesso tempo si fanno carico dello sforzo di superare il fatalismo e la rassegnazione e di declinare l’annuncio del Vangelo in modi sempre più adeguati alla concretezza delle realtà in cui sono inserite”.